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Estate letteraria. Incontri con gli autori

Locandina del prossimo incontro

Incontro con Piero Dorfles

6 giugno 2024 – ore 21.00  Piazza Papa Giovanni Paolo II, Cavallino-Treporti 
Piero Dorfles presenta CHIASSOVEZZANO: una casa e una famiglia temeraria in tempo di guerra, Bompiani 2024.
“Lajatico e Chiassovezzano sono un puntino insignificante, sulla carta geografica, e forse sono importanti solo per chi ci ha vissuto. Come ogni luogo dove vive una comunità, però, sia pure in scala minuscola, rappresentano un tratto originale nella storia dell’umanità”.

Piero Dorfles è giornalista e critico letterario. Per la Rai ha curato diversi programmi radiofonici e televisivi tra cui Il baco del millennio e La banda. Per vent’anni ha affiancato i conduttori della fortunata trasmissione Per un pugno di libri su Rai3. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo Il ritorno del dinosauro (2010), I 100 libri che rendono più ricca la nostra vita (2014), Le palline di zucchero della fata turchina. Indagine su Pinocchio (2018) e Il lavoro del lettore (2021).

Chiassovezzano : una casa e una famiglia temeraria in tempo di guerra. Milano : Bompiani, 2024
Piero Dorfles,
Nella Trieste della metà del Novecento quella dei Dörfles è una delle tante famiglie ebraiche assimilate, intensamente partecipe della vita culturale e civile della città. Giorgio – futuro padre di Piero – si converte e sposa Alma, e con lei rimane in città cercando di svolgere il suo lavoro di avvocato. Anche Gillo, con la moglie Lalla, continua la sua vita di viaggi e di incontri, ma si ritira in Toscana, perché le leggi razziali, la cui promulgazione Mussolini sceglie di annunciare proprio a Trieste, impediscono ai Dörfles di svolgere il loro lavoro. Nel 1943, con l'armistizio e l'occupazione militare tedesca, la fuga si fa inevitabile. È da quel momento che la tenuta di Chiassovezzano, nel comune di Lajatico, tra Pisa e Volterra, diventa il rifugio di questa particolare famiglia. Piero Dorfles – il cui cognome ha perso la Umlaut durante le vicissitudini narrate nel libro – sceglie di rievocare quei mesi terribili attraverso il racconto della casa di Chiassovezzano, delle sue stanze piene di storia e di storie, del suo giardino, degli scantinati usati come rifugi antiaerei, della pantera nera che ne è il simbolo un po' misterioso: perché ogni cosa, in quel luogo, parla di chi lo ha scelto e abitato. “Ma nessun eroismo, in famiglia. Sconsideratezza, una buona dose di incoscienza. Il termine che mi sembra più adatto è quello di temerarietà.”

 

 
Locandina del prossimo incontro

Incontro con Enrico Galiano

Lunedì 15 luglio 2024, ore 21.00. Piazza Papa Giovanni Paolo II, Cavallino TreportiEnrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977 ed è insegnante in una scuola di periferia. Ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it. Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti». Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per l’Europa con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore. Tra i suoi romanzi ricordiamo Eppure cadiamo felici (2017), Tutta la vita che vuoi (2018), Più forte di ogni addio (2019), L' arte di sbagliare alla grande (2020), Felici contro il mondo (2021), Scuola di felicità per eterni ripetenti (2022) e Geografia di un dolore perfetto (2023) tutti editi da Garzanti.

Il suo ultimo romanzo è Una vita non basta (Garzanti 2024).

L’autore che da anni scala le classifiche e incanta la stampa e i librai è tornato con uno dei suoi personaggi più amati di sempre: il professor Bove di Eppure cadiamo felici. Un romanzo sulle paure che ci impediscono di essere felici: paure che non vanno allontanate, ma ascoltate. Perché a volte bisogna attraversare il buio per scoprire la meraviglia di uno spiraglio di luce.

«Quando desideri tanto qualcosa, fai come il colibrì: non aver paura di cadere. Anzi, impara a farlo a tutta velocità, per poi risalire.» Questa volta, però, a Teo sembra impossibile risalire: è stato bocciato in seconda liceo, ma soprattutto ha fatto qualcosa di davvero sbagliato, e ora dovrà scontare un’estate di lavori socialmente utili. Sa che è una punizione giusta, eppure c’è qualcosa dentro di lui che non riesce a tenere a bada. Teo la chiama la Cosa proprio perché non è in grado di darle un nome: sa solo che è un nemico troppo forte e di cui non ha il coraggio di parlare a nessuno. Di certo non ai suoi genitori, distanti anni luce, ma nemmeno a Peach, la sua migliore amica, l’unica che sa leggere i suoi silenzi e aggiustare con la musica i suoi giorni storti. Tutto cambia quando su una panchina incontra un signore anziano che dice di essere un ex professore di nome Francesco Bove. Giorno dopo giorno, il professore lo porta nei posti più disparati e gli parla di miti greci e filosofi con parole che Teo non ha mai sentito: parole che lo spronano a non arrendersi, a porsi le domande giuste, perché capisca che non è solo, che tutti siamo in cerca di una ragione di vita, di un dono che ci renda speciali. Solo che, per capire cosa sia, l’unico modo è non smettere mai di tentare, fallire e riprovare, coltivare l’arte dell’imperfezione per tirare fuori il capolavoro che vive dentro di noi. Anche a costo di scoprire verità che ci fanno paura, come la fine di una misteriosa ragazza di cui nessuno sa più nulla e la cui storia sembra voler dire qualcosa a Teo.

 
Locandina incontro con Tiziano Scarpa

Incontro con Tiziano Scarpa

Martedì 6 agosto 2024, ore 21.00. Piazza Papa Giovanni Paolo II, Cavallino Treporti
Nato a Venezia nel 1963, Tiziano Scarpa è scrittore, poeta e drammaturgo. Con il suo romanzo Stabat Mater ha vinto il Premio Strega 2009 e il Premio SuperMondello 2009. I suoi libri sono tradotti in numerose lingue, tra cui il cinese, l’arabo, il giapponese, l’ebraico, il russo, oltre a molte lingue europee. Ha condotto trasmissioni dal vivo e  ha partecipato a numerose trasmissioni televisive. Ha scritto, inoltre, quindici testi teatrali, tutti rappresentati.
Dal 1992 a oggi ha collaborato con numerose testate, scrivendo centinaia di articoli e interventi per giornali e riviste. Ha fondato due tra i più significativi e prestigiosi siti culturali italiani: nel 2006 la rivistasito Il primo amore (pubblicata anche su carta dalle edizioni Effigie), a cui collabora attualmente, dopo Nazione Indiana, che risale al 2003.
Ha lavorato come editor presso la casa editrice Feltrinelli, curando la pubblicazione di autori di massimo livello. Svolge un’intensa attività di lettore scenico delle opere sue e altrui, che ha letto in tutti i generi di situazioni (teatri; piazze; biblioteche; carceri; scuole; siti archeologici; festival letterari, teatrali e musicali), fra cui: Teatro Olimpico a Vicenza; Basilica di Massenzio a Roma; Teatro La Fenice a Venezia; Piazza Borsa a Milano, ecc.
Tra i suoi libri: Occhi sulla graticola (Einaudi 1996 e 2005), Amore® (Einaudi 1998), Venezia è un pesce (Feltrinelli 2000), Cos'è questo fracasso? (Einaudi 2000), Nelle galassie oggi come oggi (con Raul Montanari e Aldo Nove, Einaudi 2001), Cosa voglio da te (Einaudi 2003), Kamikaze d'Occidente (Rizzoli 2003), Corpo (Einaudi 2004 e 2011), Groppi d'amore nella scuraglia (Einaudi 2005 e 2010 e «Collezione di poesia» Einaudi 2020), Batticuore fuorilegge (Fanucci 2006), Amami (con Massimo Giacon, Mondadori 2007), Comuni mortali (Effigie 2007), Stabat Mater (Einaudi 2008, 2010 e 2023, premio Strega 2009 e Premio SuperMondello 2009), L'inseguitore (Feltrinelli 2008), Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto (Amos 2008), Le cose fondamentali (Einaudi 2010 e 2012), La vita, non il mondo (Laterza 2010), Il brevetto del geco (Einaudi 2016 e 2017), Il cipiglio del gufo (2018 e 2020), la raccolta di poesie Le nuvole e i soldi (2018), Una libellula di città (minimum fax2018), La penultima magia (Einaudi 2020) e 
Il suo ultimo libro è La verità e la biro (Einaudi 2023). 
Libro finalista del Premio Bergamo 2024
Questo libro resterà scolpito nell’animo di chi ha sete di verità, ma subisce il contagio delle sue malattie croniche: l’ipocrisia e la reticenza.
«Tutto quello che non si può dire perché ferirebbe chi ci vuole bene, perché ci metterebbe in cattiva luce, perché non è il caso, perché chi me lo fa fare, perché la vita è già pesante così, perché non occorre complicarla, perché sì, perché no, perché…» Difficile trovare qualcuno che ci dica la verità, visto che siamo noi stessi i primi a evitarla. Eppure non fa che inseguirci: ce l’abbiamo scritta sulla pelle, indelebile e spontanea come la penna biro su un taccuino. Quello che avete per le mani è un libro che non assomiglia a nessun altro. Un romanzo, una confessione, un saggio, un memoir, una meditazione brillante e appassionata sui nostri desideri, e su quest’epoca che ci vuole trasformare in esibizionisti e gladiatori. Provate a pensare a chi, nella vita, vi ha detto davvero come stavano le cose. Tiziano Scarpa, per esempio, non potrà mai dimenticare la Studentessa di Filosofia: quella compagna di università così sincera da raccontargli ogni suo tormento d’amore a letto – nel senso che glieli raccontava proprio mentre era a letto con lui. A questa campionessa mondiale di sincerità si affiancano vari personaggi e diversi modi di vivere la schiettezza: fra i tanti, la Ragazza dagli Occhi Spiritati, il Vecchio Amico di Famiglia, la Storica dell’Arte, il Depresso Misterioso. Sono momenti rivelatori dei rapporti con gli altri, che, guardando indietro, fanno ridere, soffrire e a volte disperare. L’occasione per ricordare questi episodi è una vacanza in Grecia: giorni luminosi costellati di piccoli incidenti, imbarazzi, intimità impreviste. Seduto sotto l’ombrellone, lo scrittore mette a confronto la naturalezza dei corpi nudi con l’abito stretto delle parole. Così, tra resoconti imperdibili e aneddoti bene invecchiati in cantina, si apre un’altra pista, quella più riflessiva, per difendersi da quest’epoca che ci vorrebbe tutti esibizionisti e gladiatori sociali. Setacciando le interviste di attrici ottantenni impudiche, la fantascienza distopica e le fotografie iconiche del Novecento, l’autore cerca le sue risposte dappertutto. Per poi trovarle nel teatro greco: che ha inventato un modo tutto suo di fabbricare la verità, producendo la massima intensità attraverso il massimo dell’artificio. Questo libro resterà scolpito nell’animo di chi ha sete di verità, ma subisce il contagio delle sue malattie croniche: l’ipocrisia e la reticenza.

INGRESSO LIBERO
Info:
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t. 041 2909760
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